Storia

Fonte: artistidelsole.com 
La Pirografia (dal greco antico pyr=fuoco e grafos=scrivere) si può dire che è antica quanto l'uomo, probabilmente è stata una delle prime e rudimentali forme di espressione che l'uomo ha conosciuto. Tuttavia, non molti esempi sono sopravvissuti fino ad oggi per permetterci di effettuare delle verifiche.

In un primo tempo la pirografia non era classificata come la pittura e la scultura, ma semplicemente come un'arte tribale minore, veniva usata per la decorazione dei manufatti per esempio: strumenti musicali, utensili da cucina e fra i più diffusi ci sono le zucche secche usate come vasi domestici.
Si suppone che il processo di scrivere con il fuoco sia stato praticato da un vasto numero di culture antiche, inclusi gli Egiziani e alcune tribù dell'Africa. Secondo Kathleen Menendez del Museo dell'Arte Pirografica, l'esempio più antico che si ha in Pirografia è un contenitore decorato con fiori e colibrì trovato nel Perù, uno dei principali luoghi di nascita della Pirografia.

I Cabili, i Touaregs, i popoli dell'Europa Centrale e dell'America del Sud decorano con incisioni i loro vasellami, i loro oggetti ed i loro idoli. Un tempo la pirografia era una tecnica essenziale; si scavavano persino le piroghe col fuoco e durante il Medio Evo si incideva il legno allo stesso modo. Questa tecnica era pure una forma di arte grafica: Albrecht Dürer ha pirografato sul legno. In seguito, in Occidente, la pirografia è stata sfruttata unicamente come mezzo per imprimere marchi a fuoco su prodotti di largo consumo (turaccioli, su casse ecc. )

Scansione da libro di una fotografia di una tarsia lignea del coro della Basilica di Santa Maria Maggiore a Bergamo,
opera di Capoferri su disegno di Lorenzo Lotto. L'opera d'arte ritratta è di pubblico dominio. - Fonte: Wikipedia 
Per quanto riguarda l'Italia, le origini della tecnica pirografica si fanno risalire al medioevo, con certezza. Va altresì ricordata anche la pirografia su cuoio e cartonati, che ha dato e da esempi di decorazione interessanti. A tale proposito, per citare un'esempio di grande abilità artistica, si ricorda il "Coro ligneo" della Basilica di Bergamo dove, su disegni di Lorenzo Lotto (1480–1556), l'intarsiatore bergamasco Giovan Francesco Capoferri, nel 1527 esprime una conoscenza tecnica di grande spessore, realizzando 36 pannelli intarsiati e pirografati, grafismi, giochi chiaroscurali e ombreggiature a fuoco sfumate.

 La scoperta dell'elettricità nel XX secolo apporta poi una soluzione assai comoda per arroventare lo strumento con cui pirografare; tuttavia, presso di noi, la tradizione non esiste quasi più, o meglio, si è persa e ciò perchè, per ragioni di limiti creativi e di moda commerciale, è stata ridotta prevalentemente ad un mezzo decorativo per ottenere delle imitazioni, delle copie in serie (oggetti di souvenir, utensili d'uso domestico quanto mai inflazionati). Tuttavia la pirografia merita d'essere ripresa come attività creativa e deve essere considerata senz'altro un'arte, un mezzo d'espressione come tutte le altre discipline grafiche, basta che venga impiegata per dar vita ad un'opera originale, frutto di uno stimolo interiore da parte di chi l'utilizza.

Oggi si utilizza un apposito strumento, il pirografo, alimentato a corrente elettrica. E' un apparecchio elettrico che converte la corrente elettrica di rete normale, pericolosa, in corrente a bassa tensione, utilizzabile anche dai bambini perché non può produrre danno. In cima al pirografo è collegata un piccola cannuccia sulla quale si inserisce una punta intercambiabile munita di filamento, che arroventandosi brucia ed incide il legno.

Black&Decker
Per quanto riguarda invece la "mia" storia, diciamo che ho cominciato a caso. Avevo trovato in mansarda il vecchio di mia madre, anche se sarebbe il caso di dire "vetusto", o meglio ancora "scamuffo". Questa specie di scatola più o meno cubica era arancione e grigia, pesantissima, aveva una manopola nera che poteva essere ruotata e puntava su una sorta di piccolo quadrante su cui erano scritti dei numeri: ma la cosa che mi fece immediatamente innamorare fu il fatto che fosse impolveratissima.
Non avendo la benché minima idea di cosa potesse essere, andai a chiedere a mia madre, che per tutta risposta mi fece vedere i quadri che aveva fatto quando andava a scuola.


Brenn Peter Junior
I primi anni, per fare pratica, ho usato questo: un Black&Decker che tecnicamente sarebbe stato un saldatore per stagno, ma tutto ha fatto tranne che saldare. Adesso la new entry è il Brenn Peter Junior: un amore! Più leggero, più maneggevole,
più caldo e più WOW insomma.

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